UAE Team Emirates, Sjoerd Bax spiega il suo addio: “Non ero più interessato al finale, guardavo il modo più veloce per tornare al bus”
Sjoerd Bax fa un passo indietro nel 2025. Arrivato a toccare il cielo con il suo approdo alla UAE Team Emirates, il corridore neerlandese si è tuttavia reso conto che il prezzo da pagare per correre in quella che in queste stagioni si è imposta come la squadra più forte al mondo è troppo alto. Approdato alla formazione emiratina con due vittorie in tasca, conquistato in un ottimo 2022 in maglia Alpecin – Deceuninck, il 28enne di Gorinchem non ha avuto molte occasioni nella corazzata di Tadej Pogacar, trovandosi spesso chiuso dalle gerarchie interne, anche quando il fenomeno sloveno non era al via.
“In realtà non ho corso molte gare con lui – spiega a cyclingonline – In generale, posso dire che è molto piacevole correre e lavorare con lui. Sai in anticipo che se lui è al via, c’è circa il 95% di possibilità di vincere. E tutto il gruppo lo accetta in anticipo. Come squadra, spesso si deve controllare la corsa per questo motivo, ma è anche qualcosa che incute rispetto. Quando andavo a prendere le borracce all’ammiraglia, il gruppo mi lasciava sempre spazio per tornare in testa con quella maglia sulle spalle”.
Arrivato nel ciclismo che conta abbastanza tardi dopo una lunga gavetta nella categoria continental, il classe 1996 non ha esitato a mettersi al servizio del team, ma questo ovviamente lo ha anche portato a rinunciare alle sue ambizioni personali. “Forse è in parte colpa della mia personalità, che non si è mai tirata indietro quando mi è stato chiesto di lavorare per gli altri all’inizio di una gara o di correre in testa come primo, secondo o terzo uomo. Ma non ho avuto altre occasioni per vincere – prosegue – Anche se ho sfruttato al massimo l’unica occasione che ho avuto nel 2023. Vincere è così normale in questa squadra, e ci sono così tanti corridori bravi che è difficile avere delle opportunità per sé. Ed è quello che volevo di nuovo”.
La decisione è arrivata già presto nel corso della stagione, perché Bax aveva già deciso “in primavera di non voler continuare così”, portando ad una rottura non con la squadra, ma con sé stesso in qualche modo. Spiegando che “molti si sono detti dispiaciuti di vedermi andare via, proprio perché ero così affidabile e lavoravo sodo”, il ragazzone cresciuto nelle giovanili della allora Rabobank dà un chiaro esempio di quello che era ormai il suo approccio: “Prima di una gara, non guardavo più come era il finale. Controllavo il modo più veloce per arrivare al bus della squadra dopo aver finito il mio lavoro”.
Per questo il prossimo anno correrà dunque con la Q36.5 Pro Cycling, ambiziosa formazione professional elvetica nella quale provare a dire più spesso la sua in prima persona: “Voglio concentrarmi su gare di un giorno come la Amstel Gold Race o la Strade Bianche, o su gare di livello inferiore. Voglio anche dedicare più energie alle cronometro. Diventare campione olandese è un mio obiettivo, e potrebbe anche essere un vantaggio per le corse a tappe”.
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